"Oggi hai lezione di pianoforte?"
"Sì. Il solito orario, verso le sedici."
"Come sta andando con Pedro?"
"Be', bene. Come sempre." Dopo un momento di pausa, aggiunse: "Domani devo passare di nuovo all'agenzia immobiliare, con Pedro. Dobbiamo sentire se ci sono nuove proposte."
Tatiana abbassò gli occhi verso il suo bicchierino di rum ormai vuoto, ruotandolo impercettibilmente con le mani, cercando di simulare una parvenza di tranquillità. Quanto avrebbe voluto riempirlo di nuovo con quel liquido dorato. "Sempre aSiena?"
"Sarebbe la cosa migliore, ma va bene anche Firenze."
"Milena, capisco il vostro desiderio di costruire unavita insieme, anche e soprattutto per seguire le tue opportunità lavorative in un posto un po' più grande, ma..."
Ora la guardò. "Cosa?"
Cosa. Una solaparola, una semplice domanda, che richiedeva una risposta non altrettanto semplice. Come poteva spiegarle, infatti, che aveva una maledetta paura di rimanere di nuovo sola? Che ormai quasi nessuno le era rimasto nellavita, se non quella creatura che, nonostante tutto, era pur sempre stata portata alla vita dalei? Che a pari passo con tutta la sua buona volontà nell'offrire alla sua creatura la libertà di organizzarsi la propria vita nella maniera preferita, incombeva su di lei, come uno strano ed apparentemente eccessivo senso di minaccia, il timore di vedere spezzarsi il cordone ombelicale? Proprio lei, Tatiana, che senza nemmeno accorgersene aveva sigillato il suo cuore in una cassa di sicurezza che ora, per essere rimasta chiusa troppo tempo, era troppo dura da aprire, come poteva pensare di riuscire ad esprimersi?
"...Ma non abbiate fretta. Tutto qui. Alla finesei ancora giovanissima."
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Posted Monday, August 21, 2023
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Voci Sepolte (mio romanzo in corso)
"Oggi hai lezione di pianoforte?" "Sì. Il solito orario, verso le sedici." "Come sta andando con Pedro?" "Be', bene. Come sempre." Dopo un momento di pausa, aggiunse: "Domani devo passare di nuovo all'agenzia immobiliare, con Pedro. Dobbiamo sentire se ci sono nuove proposte." Tatiana abbassò gli occhi verso il suo bicchierino di rum ormai vuoto, ruotandolo impercettibilmente con le mani, cercando di simulare una parvenza di tranquillità. Quanto avrebbe voluto riempirlo di nuovo con quel liquido dorato. "Sempre a Siena?" "Sarebbe la cosa migliore, ma va bene anche Firenze." "Milena, capisco il vostro desiderio di costruire una vita insieme, anche e soprattutto per seguire le tue opportunità lavorative in un posto un po' più grande, ma..." Ora la guardò. "Cosa?" Cosa. Una sola parola, una semplice domanda, che richiedeva una risposta non altrettanto semplice. Come poteva spiegarle, infatti, che aveva una maledetta paura di rimanere di nuovo sola? Che ormai quasi nessuno le era rimasto nella vita, se non quella creatura che, nonostante tutto, era pur sempre stata portata alla vita da lei? Che a pari passo con tutta la sua buona volontà nell'offrire alla sua creatura la libertà di organizzarsi la propria vita nella maniera preferita, incombeva su di lei, come uno strano ed apparentemente eccessivo senso di minaccia, il timore di vedere spezzarsi il cordone ombelicale? Proprio lei, Tatiana, che senza nemmeno accorgersene aveva sigillato il suo cuore in una cassa di sicurezza che ora, per essere rimasta chiusa troppo tempo, era troppo dura da aprire, come poteva pensare di riuscire ad esprimersi? "...Ma non abbiate fretta. Tutto qui. Alla fine sei ancora giovanissima."
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Un piccolo appunto, la vodka non è marrone 😊
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Giusto, correggo 😅 grazie
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@Camelia una sciocchezza. Il dialogo è gestito molto bene!
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Che libro è?
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È il mio romanzo drammatico/giallo psicologico, ancora in fase di stesura
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@Camelia non male cam, prosegui.
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Non vedo l'ora di saperne di più!! 😍
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Grazie 😊
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