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crime

un caso in particolare che vi ha scosso?

Che fate

Meme che non fa ridere ma fa riflettere

😰

Cosa differenzia il carcere di massima sicurezza da quello normale ? È vero che nella cella non c'è manco la luce ?

Sempre più spesso noto una crescita esponenziale di post con gatti. Intendiamoci amo i gatti, piccoli esseri batuffolosi, scroccatori di likes seriali, ottimi antistress da coccolare e viziare, professionisti nell’arte della venerazione (guardate gli egiziani) Ottimi esemplari per chi preferisce amare senza essere corrisposto, ma soltanto schiavizzato per puro istinto di autoconservazione e compiacimento (non giudico eh! Ognuno soffre come vuole…)

IL PUNTO È… E I CANI?!?!?!

Dove sono?!
Esistono davvero?!
Sono solo leggende metropolitane?!
Chi, sporadicamente, ha l’ardire di postare la foto di uno di essi, ricorre al fotomontaggio?!

CERCHERÒ DI ESSERE ANCORA PIÙ MELODRAMMATICA (parafrasando il mio amico Shakespeare)

Non ha occhi un cane? Non ha zampe, organi, statura, sensi, affetti, passioni? Non si nutre anche lui di cibo? Non sente anche lui le ferite? Non è soggetto anche lui ai malanni e sanato dalle medicine, scaldato e gelato anche lui dall’estate e dall’inverno come un gatto? Se li pungete non danno sangue , loro? Se gli fate il solletico, non ridono? Se li avvelenate non muoiono?

ECCO MI SENTIVO DI FARE QUESTO APPELLO PER SENSIBILIZZARE LA COMUNITÀ DI BOO

Allego foto delle mie, esistono davvero, spero facciate lo stesso anche voi!!! 

Diciamo NO alla discriminazione razziale… Anche un commento a supporto della causa sarà cosa gradita ❤️

🐶 DISCRIMINAZIONE RAZZIALE 🐈

Che poi, non è proprio caldo, ma una sensazione di premorte.

Se l'amore è un crimine, Adoro commettere il crimine

😘

Chicago PD domeni la nuova stagione … non vedo l’ora. Amo questa serie tv soprattutto quando fanno i CROSSOVER . Fantastica ❤️

Serial killer ci si nasce o ci si diventa ?

Cosa ne pensate di jeffrey dahmer e ted bundy ?

6 giorni fa sono diventato virale e manco lo sapevo 🤣

Mah...

Quale sarebbe la vostra peggiore paura?

quale caso di true crime vi ha fatto appassionare al genere e perché?

ha senso che gli horror mi spaventino ma i documentari true crime no? 👀

truecrime

La cosa  più schifosa che abbia mai bevuto

Una mia giornata TIPO 🤣😅🤣

Dorangel Vargas Gòmez

Conoscete tutti la storia di Hannibal Lecter, no? Il serial killer antropofago che amava mangiare la carne delle sue vittime. Tutti ci ricordiamo di lui per la magistrale interpretazione offerta da Anthony Hopkins ne Il Silenzio degli Innocenti. 
Ma se vi dicessi che c'è stato un vero Hannibal Lecter, in Venezuela?
Costui risponde al nome di Dorangel Vargas Gòmez,  conosciuto come "l'Hannibal Lecter delle Ande" o anche "El Comegente". E se l'originale Hannibal era un medico psichiatra, criminologo, e comunque una persona colta e apparentemente per bene, il buon Dorangel invece era un personaggio di tutt'altra pasta.

Dorangel nasce in una fattoria al confine con la Colombia il 14 Maggio del 1957 in una famiglia di agricoltori, ma anche di guerriglieri appartenenti alle forze di liberazione venezuelane che controllavano la porzione di giungla nella quale vivevano. Fin da piccolo  la sua famiglia pensò che Dorangel fosse posseduto da spiriti maligni, e vista la piega che prenderà la sua vita forse non avevano tutti i torti. Ma ci arriveremo.

Intorno ai quindici anni finisce per trasferirsi a San Cristobal, una delle principali città venezuelane nello stato di Tachira. Li inizierà subito ad abusare di droghe e alcol, e a vivere sotto ad un ponte. Sarà proprio nei pressi di questo ponte che inizierà a commettere i suoi efferati delitti.

Dorangel soleva uccidere le sue vittime con una lancia di bambù, per poi sezionarli, sotterrarne teschi e ossa, e mangiarne la carne restante. Ma non tutta, no no. Dorangel era un buongustaio e giustamente tendeva a scartare parti come mani e orecchie, a suo dire troppo dure. Dorangel preferiva mangiare la carne delle cosce, il cuore (quest'ultimo da lui consigliato ben speziato) o il fegato. Si conta che negli anni che vanno tra il 1995 e il 1999 abbia ucciso ben dieci persone, per lo più homeless e ubriaconi  usciti dai vari bar della zona e di cui i famigliari avevano denunciato la scomparsa. Mai invece ha ucciso donne o bambini.

Stando alle ultime notizie, Dorangel è tutt'ora trattenuto in una stazione di polizia e per  quel poco che si sa è attualmente nelle fasi iniziali del morbo di Parkinson e passa il suo tempo a spazzare e lavare i pavimenti.

Tuttavia, non tutti credono alla veridicità della sua storia. Diverse teorie suggeriscono che possa soltanto essere stato usato come capro espiatorio per coprire diversi traffici di organi, nonostante siano state trovate molte ossa e teschi scavando nei dintorni della sua baracca.

Dorangel comunque non ha mai fatto nulla per far pensare ad una sua possibile innocenza, in più dichiarazioni ha continuato a ribadire il suo amore verso la carne umana, e non ha mai nascosto il desiderio di tornare ad uccidere, dicendo che "se vedessi un ubriacone dormire, lo uccidere con la mia lancia e gli taglierei la testa per sentirmi felice. Voglio tornare li e scavare una grossa buca per seppellirli. Non mi vergogno di niente"

E se lo dice lui.

Curiosità: i Soulfly dedicarono una canzone a Dorángel, intitolata appunto El Comegente e inserita nell’album Savages del 2013.

Serial killer in pillole, ep. 4

Edmund Kemper

California, anni settanta.

Una giovane donna si aggira sulle strade della California in cerca di un passaggio . È giovane ed ingenua, tende a fidarsi delle persone. Erano gli anni settanta, dopotutto.
è li sul ciglio della strada col dito in alto sperando che qualcuno si fermi, quando ad un certo punto passa un'automobile. Inizialmente non si ferma, poi di colpo inchioda e fa marcia indietro. è felice, finalmente qualcuno ha avuto il buon cuore di fermarsi per darle un passaggio..

Una volta salita sull'auto squadra quell'uomo al volante: é grande e grosso, ha gli occhiali, porta i baffi. Ha l'aria burbera ma simpatica ed innocua. Si fida e inizia a parlarci. Lui le chiede dove è diretta, e lei gli risponde sorridendo. Negli occhi di lui però si è già accesa una scintilla, quella scintilla.

Edmund Emil Kemper III era così, poteva sembrare un normalissimo ragazzone un po troppo cresciuto, un uomo affabile, fin troppo chiacchierone sostenevano alcuni. Uno insomma di cui normalmente non avresti paura, nonostante la sua stazza imponente. Nessuno però conosceva il vero Ed Kemper. 

Perche Edmund Kemper era tutt'altro che una brava persona. Fin da piccolo aveva mostrato infatti pesanti segni di squilibrio, tra animali morti, piromania e pensieri tutt'altro che innocenti rivolti ad una delle sue insegnanti, della quale disse  che "per baciarla dovrei prima ucciderla"
Insomma era già abbastanza chiaro che il povero Ed non era proprio una persona del tutto centrata. 
Sua madre doveva in qualche modo averlo capito, anche se la sua soluzione forse era peggiore persino del male: infatti soleva rinchiuderlo in cantina per paura che potesse far del male alla sorella. Questa cosa ovviamente non lo aiutò.
Così come non lo aiuterà lo scappare di casa per andare a vivere da suo padre, che nel frattempo aveva divorziato abbandonando la famiglia. Il padre, su pressione della nuova moglie, lo scaricherà infatti ai nonni. Edmund a questo punto deve essersi sentito come un pacco postale, o simili. Sicuramente un peso.
Dai nonni se possibile le cose andranno pure peggio, visto che finirà per uccidere entrambi. Prima sua nonna, dicendo che voleva sapere cosa si provasse ad ucciderla, e poi il nonno perche beh...gli dispiaceva che dovesse restare vedovo. 
Finirà in riformatorio in cui resterà per cinque anni, arrivando a conquistarsi la fiducia di tutti e persino a diventare aiutante del suo psicologo. Verrà considerato perfettamente guarito, e quindi dimesso nel 1969.
Edmund cercherà quindi di rifarsi una vita prima tentando in tutti i modi di entrare in polizia, e infine trovando un lavoro nel dipartimento dei lavori pubblici, sezione autostrade. Pensereste che sia finita qua, no? Adesso ha un lavoro, una sua macchina, persino una casa.
Invece no. Perchè in tutto questo c'era sempre la presenza ingombrante della madre, che non perdeva occasione per offenderlo e sminuirlo, ricordandogli spesso che lui non potrà mai avere nessuna ragazza. 

Ed deve aver preso questa cosa un po troppo sul personale. Infatti tra il 1972 e il 1973 ucciderà per ben dieci volte. Inizialmente sono ragazze universitarie, tanto da meritarsi il titolo di "killer delle studentesse", per arrivare poi ad uccidere anche la sua stessa madre e un'amica di lei. 
Alla madre riserverà poi un tocco di classe: le staccherà la testa per usarla come bersaglio per le freccette, per poi strapparle le corde vocali e gettarle nel tritarifiuti, cosa che a lui sembrerà perfettamente sensata visto che "non aveva fatto altro che urlarmi dietro per tutta la vita"

Serial killer in pillole, ep. 2

William Unek
 
Molto spesso parlando di assassini seriali ci soffermiamo sugli Stati Uniti, certamente loro patria prediletta, paese che ha fatto dei propri serial killer quasi delle celebrità mondiali. Oppure guardiamo a casa nostra, in Italia, o più in generale all’Europa. Ma la piaga dell'omicidio di massa è antichissima e pratica comune in tutto il mondo, come ad esempio l'africa.

Vi siete mai fermati a chiedervi se nel continente nero ci fosse un assassino degno di un Richard Ramirez? Beh io si, ovviamente. L'ho fatto perchè sono malato, certo, ma anche perchè bene o male le storie di serial killer "famosi" ormai le conosco quasi a memoria.

William Unek era un poliziotto congolese che tra il 1954 e il 1957 uccise circa 57 persone. Non lo fece però nel corso del tempo, con periodi di pausa tipici dei serial killer classici, bensì accumulando molte vittime in due periodi distinti. William Unek insomma era uno di quelli che chiamano "spree killer" ovvero persone capaci di uccidere molto, ma in un tempo ristretto.

Il signor Unek di questi periodi di follia ne ebbe ben due. Il primo avvenne nella città di Mahagi nell'allora Congo Belga, dove in appena un'ora e mezza fu capace di uccidere 21 persone con un'ascia, prima di darsi alla fuga. 
Il secondo avvenne nel 1957 nel villaggio di Malampaka, dove Unek uccise a colpi di fucile otto donne, dieci uomini e otto bambini; non contento uccise poi altri cinque uomini a colpi d'ascia (un'arma evidentemente a lui molto cara), ne pugnalò un altro, bruciò due donne ed un bambino e non contento strangolò una ragazzina di quindici anni. Dopo tutto questo popò di roba si diede nuovamente alla fuga.

William Unek fu catturato dopo una caccia all'uomo durata bene nove giorni e che vide coinvolti sia la polizia che l'esercito locali. E fu catturato solo perche affamato si fermò chiedere cibo a tale Lyumbo, che ovviamente sospettando che potesse essere il ricercato numero 1 in quel momento, allertò le forze dell'ordine. 

Il motivo di questi scatti di follia omicidia? Apparentemente litigi col suo capo, incomprensioni sul luogo di lavoro insomma. 

Certo che se tutti dovessero reagire così, resteremmo in pochi.

Serial killer in pillole, ep. 3

Gennady Modestovich Mikhasevich

Quando scrissi il primo posto di questa mia rubrica, rispondendo ad uno dei commenti mi dissi molto curioso a proposito del fenomeno dell'omicidio seriale nell'Unione Sovietica. Si sa, i regimi come quello comunista dell'epoca non volevano dare di loro stessi un'immagine diversa da quella perfetta e senza macchia, e un serial killer libero di fare un po quel che vuole e uccellare le forze dell'ordine, beh non era proprio la pubblicità migliore del mondo. Per cui la sola cosa che contava era insabbiare e far arrivare all'esterno, al di fuori della cortina di ferro, solo il minimo indispensabile.

In effetti nelle mie sordide ricerche mi sono imbattuto in una storia proveniente dalla Bielorussia, allora regione dell'Unione Sovietica, e il protagonista si chiama Gennady Modestovich Mikhasevich.

In realtà di Gennady Mikhasevich, o meglio della sua infanzia, non si sa poi molto. Gennady nasce approssimativamente nel 1947 nel villaggio di Ist, nell'Oblast di Vitebsk. Ed è proprio qua in queste zone che commetterà la quasi totalità dei suoi atti criminali.

La carriera criminale di Mikhasevich iniziò nel 1971, allorchè scoprì che la sua ragazza lo aveva mollato per sposarsi con un altro uomo. Gennady non la prese bene e decise di farla finita, questo fino a quando aspettando l'autobus per tornare a casa non notò una ragazza che passava di li per caso. Decise quindi di sfogare tutta la sua rabbia su di lei.
Gli omicidi di Mikhasevich furono per lo più a sfondo sessuale, dopo aver stuprato le vittime infatti solitamente le strangolava e le soffocava, oppure le uccideva con strumenti di fortuna trovati direttamente sul posto. Mikhasevic infatti non si portava dietro mai nessun tipo di arma.
Inizialmente aggrediva le vittime in luoghi isolati, ma poi cominciò a caricare autostoppiste  sulla sua Zaphorets rossa, un po sul modello di quello che Ed Kemper stava facendo negli Stati Uniti.

Nel frattempo Mikhasevich  nel 1976 si sposò ed ebbe due figli, e l'immagine che dava di se era fondamentalmente quella di un padre amorevole, una persona per bene, astemia (e nell'Unione Sovietica immagino fossero pochi gli astemi veri), con un solido lavoro in una Sovkhoz, un'azienda agricola statale, e un membro del partito comunista locale. Insomma il perfetto psicopatico nascosto.

Per molto tempo si pensò che tutti gli omicidi a sfondo sessuale commessi nelle regioni del Vitebsk, Polotsk e nelle aree circostanti, fossero colpa di più individui (ne furono arrestati per sbaglio ben quattordici) escludendo di fatto la presenza di un serial killer. Non la pensava allo stesso modo il giovane investigatore Nikolay Ignatovich il quale era convinto che ci fosse la stessa mano dietro a tutti gli omicidi. E aveva ragione.

Nel 1985, a seguito del suo anno più prolifico in fatto di vittime, ben dodici, però Gennady commise l'errore fatale, quello che prima o poi tutti i serial killer fanno. Il suo nello specifico fu quello di cercare in tutti i modi di sviare le indagini che stavano stringendogli piano piano il cappio al collo, inviando lettere anonime a nome di una presunta organizzazione chiamata "Patrioti di Vitebsk", e facendo intendere che ci fossero quindi loro dietro a tutto. 
L'errore vero però sta nell'aver lasciato un biglietto a nome Patrioti di Vitebsk anche vicino al cadavere di una delle sue vittime, così che la polizia dopo aver controllato la calligrafia di letteralmente ogni maschio della regione, arrivò infine a lui. Arrestandolo.
Alla fine le vittime saranno ben trentotto.

Mikhasevich fu giudicato colpevole e condannato a morte mediante fucilazione, avvenuta poi puntualmente nel 1987.

Serial Killer in pillole, ep. 5

Solitamente amo parlare soprattutto di due cose: cinema, oppure musica. Due argomenti, anzi passioni, che mi accompagnano ormai da una vita. Ma ce n'è un'altra, magari non vecchia come le altre due, che ho ormai da un po di tempo, il crime. Nello specifico soprattutto i serial killer.
Certo potreste obiettare che è una passione un po macabra, magari qualcuno la definirà pure morbosa e malata in un certo senso. Così come può suonare strano dire di avere un serial killer preferito, come se stessimo parlando di giocatori di calcio o cantanti.
Perciò oggi voglio inaugurare una nuova rubrica con questo episodio pilota: serial killer in pillole.
Il primo ricordo legato a storie di assassini seriali ha il volto rotondo e sorridente di un signore vestito da Clown, e no non sto parlando di IT. Sto parlando di John Wayne Gacy, quello che tutto il mondo conosce come il "killer clown"

John Wayne Gacy nasce a Chicago nel 1942, e sin da piccolo denota un rapporto conflittuale col padre, il quale vorrebbe da lui cose che semplicemente il buon John non può dargli. Lo vorrebbe bravo negli sport, ma John ahilui è deboluccio e grassoccio nonchè malaticcio; Lo vorrebbe macho ed eterosessuale, ma anche in questo senso John riuscirà a deluderlo per colpa di una latente omosessualità che ne accompagnerà tutta la vita. 

John però tenta in tutti i modi di nascondere la cosa, tanto che riesce a trovarsi una fidanzata, a sposarla e a farci anche dei figli. A  questo punto John è un uomo si direbbe fatto e finito, anche con un lavoro di un certo prestigio. Ma tutto cambia quando le sue pulsioni decidono di far di nuovo capolino, a cui lui non cerca neanche troppo di resistere . Molesta un ragazzino (Donald Voorhes) e finisce in carcere, macchiando la sua immagine da bravo cittadino, perdendo moglie e figli e anche il lavoro.
In carcere si comporta bene, è un vero detenuto modello. Esce, e cerca di rifarsi una vita. Ci riesce allestendo una ditta edile nella quale assume molti giovani come lavoranti. Come se non bastasse, si impegna anche nel sociale vestendosi da clown (col nome di Pogo) per intrattenere i bambini del quartiere. 

Inizierà quindi la sua carriera da assassino seriale nel 1972 con l'omicidio del quindicenne Thimoty Jack McCoy, prelevato alla fermata dell'autobus e poi portato in giro, fino ad ucciderlo una volta portato a casa sua. Da qui tutta una lunga sfilza di vittime, ben 33, torturate e uccise nei peggiori modi.
Ma Gacy, forse perche era un pigro bastardo, deciderà di sotterrare molti corpi delle sue vittime in quello spazio che c'era tra la sua casa e le fondamenta. A fregarlo sarà proprio la puzza nauseabonda di quei corpi in putrefazione al momento di un sopralluogo della polizia l'11 Dicembre del 1978.  

Vedi a non sbarazzarsi per bene dei cadaveri cosa accade?

Serial Killer in Pillole

Ragazzi ma quanto è rilassante guardarsi i video di Elisa, mentre lei con la sua voce rilassante ti racconta fatti sconcertanti

Elisa De Marco guru

Me lo sono chiesto ieri in aula mentre ritraevo lo sguardo vacuo di Alessia Pifferi.

La sua è una storia terribile: Alessia è accusata di omicidio volontario premeditato per aver abbandonato da sola, in casa e per sei giorni la propria figlia Diana, di un anno e mezzo, causandone la morte.

Il clima attorno a questa vicenda è molto, molto pesante e lo si avverte sia dentro che fuori dall'aula.

In udienza, tra le altre cose, si è discusso della condizione mentale dell'imputata: la difesa avanza l'ipotesi di un ritardo mentale e a supporto della tesi si è espresso il consulente Dott. Marco Garbarini.

Sul quotidiano Il Giorno è presente un bell'articolo/intervista, a firma di Marianna Vazzana, dove racconto la mia esperienza di illustratore giudiziario con un focus sull'udienza di ieri.

Le illustrazioni sono state trasmesse in TV anche da Sky TG24 a cura di Diletta Giuffrida, un risultato per me importantissimo.

La prossima udienza è fissata per il mese di Ottobre. Nel frattempo, mi piacerebbe conoscere i vostri pareri sulle illustrazioni che ho realizzato.

🖼️ Nell'immagine: Alessia Pifferi al banco dei testimoni; sullo sfondo il Presidente della Corte d'Assise Ilio Mannucci Pacini.

"Come si dipinge il vuoto?"

Qualcuno l'ha visto? (almeno la prima stagione) Che ne pensate? Parliamone

True detective

Sì, ho scelto #Crime perché ormai parte il crimine 😅 altro che #romance o #love! Qui   l'unico tra i #consiglisullerelazioni utile sarebbe darsi al monachesimo

Quanti così?

Una community di Boo per conoscere altri appassionati di Crime.

Community Crime

un caso in particolare che vi ha scosso?

Che fate

Meme che non fa ridere ma fa riflettere

😰

Cosa differenzia il carcere di massima sicurezza da quello normale ? È vero che nella cella non c'è manco la luce ?

🐶 DISCRIMINAZIONE RAZZIALE 🐈

Serie tv "Avetrana" censurata

Quale caso di true crime vi ha veramente colpito?

Quali Podcast ascoltate?

Sbaglio o la novità di ultimamente, è produrre personaggi di cui non ci si innamora?

True crime lover 🫶🏻

Consigli serie tv crime da vedere?