Paolo PM

Postato venerdì 22 marzo 2024

1mm

ENFJ

Leone

io e la mia ferita

Ti scrivo mentre ascolto Rock'n Roll Suicide. David Bowie mi da la forza per superare il dolore che mi hai provocato. La sua voce mi stimola per andare oltre i confini del freddo ricordo di te e di me, cosi distanti anche se eravamo lo stesso corpo. Mi hai fatto soffrire veramente tanto con quel dolore chi mi iniettavi mentre piangevo in un letto prestato per qualche notte. Mi facevi pensare di essere giunto alla fine, dove c'è solo lo sprofondare nell'abisso della solitudine. Mi facevi male mentre pensavo di non avere più alcuna speranza nella felicità. Mi facevi vergognare di me stesso. E oggi incontrandoti dopo tanto tempo (sono trascorsi quasi venti anni), guardandoti negli occhi (gli stessi di quella sera), ho capito finalmente che non sarei potuto diventare l'uomo forte che sono, se non mi avessi dato tutta quella sofferenza. Sei stata la mia prima vera ferita, quella di una sconfitta bruciante, quella del fallimento totale. Ma anche quella ferita, che una volta rimarginata, mi ha creato gli anticorpi per sconfiggere i mali che la vita, ogni tanto, mi ha sparato addosso. Sai una cosa, cara ferita, non provo alcun rancore verso di te; anzi sento un profondo senso di gratitudine per la corazza emotiva che mi hai fatto crescere addosso. Ora so nascondere le mie emozioni con altre emozioni. Mi hai fatto diventare quasi, ripeto "quasi", invulnerabile alle perdite. Siamo quello che siamo grazie alle nostre ferite, rimuoverle ci fa più male che bene.